Istanbul

13 giorni in Turchia: Istanbul, Pamukkale e Cappadocia

Istanbul

Lunedì 07/04/2014

Nuovo viaggio, questa volta con un mio amico.

Destinazione: Turchia.

Due settimane in cui toccheremo Istanbul, Pamukkale e la Cappadocia. Partiamo stamattina e in 3 ore e mezza (hanno il fuso orario: 1 ora avanti rispetto a noi) arriviamo ad Istanbul.

Come letto in altri diari, per passare dai controlli dell’aeroporto ci mettiamo una vita: stiamo più di una  trentina di minuti in fila con un centinaio di altre persone.

Il poliziotto addetto ai controlli ci dà un pezzo di carta (tipo visto). Non perdetelo perché ve lo chiederanno quando dovrete prendere l’aereo di ritorno in Italia.

Recuperata la valigia ci spostiamo nell’area dei negozi e noleggi auto, nonché unica direzione per poter  uscire dall’aeroporto.

Prima di andarcene vado a cercare un infopoint per recuperare una cartina della città. Ne approfitto anche per prelevare un po’ di soldi. Ci sono parecchi bancomat e alcuni permettono anche di scegliere se ricevere soldi in euro o lira turca.

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Scopriamo anche che una volta usciti dall’aeroporto per rientrare bisogna ancora mettersi in fila per i controlli al metal-detector con tanto di fila e ‘spogliarello’ dagli oggetti metallici. Veramente strano, specialmente per chi vuole uscire solo per fumarsi una sigaretta.

Comunque, usciamo dall’aeroporto e siamo pronti per dirigerci verso la città. Possiamo scegliere tra autobus, metro o taxi. Optiamo per quest’ultimo, anche perché con 47 lire turche (circa 15 euro, dato che 3 lire corrispondono all’incirca ad 1 euro).

Giungiamo in albergo e poi subito giro della città. Passiamo dal bazar delle spezie per caso e veniamo investiti da odori di spezie intense ma piacevoli.

Apprezziamo anche il dedalo di stradine piene di negozietti che vendono di tutto a prezzi irrisori (vi basti pensare che un dolce costa 1 euro, un piatto di penne all’arrabbiata 3 euro).

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Di contro c’è che pur essendo una bella giornata tira un vento freddo (questa è una costante praticamente di tutta la vacanza).

Quindi invece di girare in maglietta ci tocca felpone e giubbotto.

Istanbul è una gande metropoli, con tutti i limiti che ne conseguono: smog, caos, tanta gente ed auto, un po’ di sporcizia (nella norma, comunque). Ciò non toglie che la città spicca per la sua atmosfera molto arabesca. Specialmente di notte, con le moschee e i monumenti più famosi illuminati che spiccano sulle collinette, Istanbul fa la sua porca figura (vi consiglio di salire sul Galata Bridge per godervi il paesaggio notturno).

Dopo cena facciamo qualche giretto per il centro ma pur essendoci poca gente non ci siamo sentiti mai in pericolo (ne è accaduto nei giorni seguenti).

Martedì 08/04/2014

COSA VEDERE AD ISTANBUL: Istanbul si può dividere in due parti: quella a nord e quella a sud del Bosforo (è il ‘fiume’ che attraversa la città).

Quindi l’idea è di dedicare un giorno alla parte nord (dove si trovano la torre di Galata, piazza Taksim, la chiesa di Sant’Antonio di Padova e il Dolmabahce Sarayi Palace) mentre gli altri ci concentriamo su quella sud (dove ci sono i più famosi monumenti della città).

Oggi decidiamo per la visita delle moschee. Partiamo a visitare la Moschea Blu (Sultanahmet Camii), in quanto altri turisti hanno consigliato di andarci di mattina così da evitare code e casino (di giorno in effetti si riempie). È enorme e, non essendo restaurata, fa un certo effetto.

Come in tutte le moschee, bisogna togliersi le scarpe ed entrarci scalzi (occhio ai calzini bucati!). Le scarpe vengono inserite in sacchetti di plastica offerti dalla moschea all’ingresso. Si possono portare dentro o lasciarli su degli appositi ripiani, a seconda che la moschea lo permetta o meno.

Alla destra della Moschea Blu c’è l’Ippodromo (dove si trovano tre colonne, di cui uno è un obelisco).

Di fronte alla moschea invece c’è Aya Sofya Muzesi (chiusa il lunedì). Abbiamo trovato la fila ma per fortuna in poco tempo siamo entrati (pagando 25 lire). Pur essendo anch’essa spoglia e da restaurare, merita una visita.

C’è anche una colonna con un buco. La leggenda asserisce che mettendoci dentro il pollice e girandolo in senso orario si avvererà un proprio desiderio. Riconoscerete la colonna perché c’è sempre la fila che vuole provare.

Potete anche salire al piano di sopra salendo le scale alla vostra sinistra e godervi l’interno della moschea dall’alto.

Foto di rito e poi andiamo dietro Aya Sofya dove c’è Aya Irini Aniti (è una specie di cappella arabesca). Se invece andate a sinistra di Aya Sofya trovate la Cisterna Basilica: costa 10 lire ed è spettacolare e  surreale. È una cisterna con centinaia di colonne che reggono il soffitto. Si passa attraverso dei ponti di legno sospesi sull’acqua (in quanto tutto il pavimento è immerso nell’acqua). Il tutto sprofondato nel buio eccetto per delle luci soft che illuminano le colonne. Seguendo il percorso si arriverà in fondo alla cisterna  dove ci sono due colonne su cui sono scolpite due visi di Medusa. Volendo, sempre all’interno, troverete in un angolo uno stand dove si possono indossare abiti da sultano e per 5 euro si può avere una foto ricordo.

Visitata la cisterna usciamo a pranzare. Fate conto che i monumenti che abbiamo visitato distano l’uno dall’altro neanche 500 metri; sono raccolti
tutti nella stessa zona. Finito il pranzo ci spostiamo verso il Gran Bazar (Kapalicarsi). È ad ovest rispetto alla cisterna, raggiungibile senza problemi a piedi.

Il gran bazar è enorme, pieno di negozi ma personalmente ho trovato il bazar delle spezie più raccolto, intimo e profumato.

Ciò non toglie che una visita bisogna farla ad entrambi.

Uscendo dal bazar ci siamo ritrovati in una piccola piazzetta piena di improvvisati venditori abusivi che vendevano ogni genere di prodotti, di cui alcuni rubati (ho trovato anche cellulari top di gamma, palesemente rubati e ammaccati/graffiati!). Ciò non toglie che neppure qui ci siamo sentiti minacciati o tenuti sott’occhio.

Ci siamo rilassati anche gustandoci spremute di melograno (il frutto più gettonato in Turchia), pannocchie, pane dolce che abbiamo trovato nei baracchini ambulanti sparsi un po’ ovunque (li vendono a 1-3 lire).

Abbiamo anche provato il narghilè spendendo 15 lire: un affare. Infine abbiamo visitato Nuruosmaniye Camii (una piccola moschea alla destra del gran bazar). Consiglio una visita veloce perché con il suo tappeto azzurro, ristrutturata e più piccola delle moschee visitate in precedenza, l’ho trovata più accogliente ed intima.

Mercoledì 09/04/2014

Questa volta nord del Bosforo, direzione Piazza Taksim. Per raggiungerla, la strada più veloce è prendendo via Istiklal. Passando per questa via si trova anche la  Saint Antonio di Padova Kilisesi (una chiesa cattolica). Nulla di che all’interno; la classica chiesa italiana.

Curiosa invece la croce che c’è all’esterno il cui Gesù si ‘avvolge’ intorno alla croce. Piazza Taksim è grossa ma alla fine, eccetto un monumento al suo centro, non è nulla di che; è solo uno spiazzo enorme cementato. Se avete pochi giorni da fare ad Istanbul, potete anche saltare questa piazza.

Tornando indietro siamo passati da Galata Kulesi (la torre di Galata); è 10 minuti di strada dal ponte di Galata, giusto per farvi un’idea delle distanze.

Ci siamo saliti. Il prezzo è 19 lire e ha la panoramica dell’intera città.

Un po’ affollata la torre ma si riescono  a fare tranquillamente le foto di rito. Tanti consigliano di andarci al tramonto perché la città al tramonto merita. Confermo.

Avendo ancora del tempo, abbiamo attraversato il ponte di Galata e siamo andati a zonzo tra le bancarelle di via Asmaalti C. dove ci sono molti souvenir a prezzi stracciati. Qui siamo anche incappati in un’altra moschea: Rustem Pasa Camii (moschea carina, in linea con quelle viste precedentemente). È veramente imboscata quindi se non volete impazzire a cercarla, passate oltre.

Pranzo veloce e decidiamo sul da farsi: possiamo o andare a vedere il Dolmabahce Sarayi (un palazzo sfarzoso ma lontanuccio da dove siamo noi, quindi dovremo prendere i mezzi) o il tour sul Bosforo. Optiamo per il secondo itinerario in quanto ci mostrerà Istanbul da un’altra prospettiva; quella marittima. Tenendovi il ponte di Galata alle spalle, costeggiate la riva andando a sinistra. Pochi passi e troverete molti traghetti ormeggiati e molti venditori che propongono il tour. Troverete le proposte e i prezzi più disparati: da un’ora e mezza a 20 lire a due ore a 10 lire. Si può scegliere due tratte: una che porta a nord e una a sud. 

Fanno il giro, quindi al ritorno vi riporteranno dove siete partiti. Di quelli che abbiamo sentito noi, nessuno fa fermate sulla riva durante il tragitto (come invece asseriva qualcuno su internet, forse perché le cose sono cambiate nel frattempo). Semplicemente costeggiano il

Bosforo in modo che si possano vedere palazzi e monumenti. Ovviamente informatevi anche sugli orari perché non partono a tutte le ore.

Abbiamo scelto il giro a nord. Il giro è carino ma alla fine non è nulla di che; si sta un’ora e mezza su  un ‘fiume’ a guardare i monumenti da lontano.

D’altro canto alla fine sono 3 euro. Quindi, se avete tempo, fatelo.

Giovedì 10/04/2014

Oggi si va al Topkapi Saray (Topkapi palace). Chiuso il martedì. Su internet consigliano di andarci di mattina (verso le 9) per non trovare fila.

Sfortunatamente noi siamo arrivati alle 11. Infatti ci troviamo una fila kilometrica che ci tiene una  mezz’oretta impegnati.

Costa 15 lire se si vuol visitare solo Topkapi, 25 lire se si aggiunge anche l’harem. Optiamo per quello con l’harem.

Scopriamo (con mio stupore) che le cartine del luogo con le indicazioni sulle camere da visitare e gli oggetti all’interno non vengono fornite. Bisogna per forza prendere l’audioguida (pagandola a parte) per poter ricevere anche la guida cartacea. Mah…

Comunque, entriamo nel palazzo: il posto è enorme, pieno di piccole costruzioni. Ognuna è dedicata ad oggetti del passato: spade, vestiti, quadri, ecc ecc.

La quantità di persone che troviamo rende difficile la visita in alcune sale, al punto che ci stufiamo ben presto di restare in fila 20 minuti solo per vedere una stanza e così ci dedichiamo a quelle più veloci da visitare.

C’è anche un parco interno in cui rilassarsi. Infine, se guardate alla sinistra dell’ingresso c’è un’altra biglietteria: quella è l’accesso all’harem.

Considerato che alla fine entrare costa 3 euro in più, val la pena approfittarne anche perché risulta  interessante.

La visita al palazzo e all’harem ci ha portato via 3 ore. Usciamo alle 14 e scopriamo che c’è pochissima fila alla biglietteria. Sarà un caso?

Comunque, dopo pranzo ci spostiamo verso Suleymaniye Camii. Mi è piaciuta di più delle altre moschee perché pur essendo più piccola e nuova (o ristrutturata, non so) risulta più d’impatto e solare.

Anche perché, essendo le 17, avevano acceso le luci e l’effetto era spettacolare. Peccato che siamo stati solo 10 minuti in quanto era orario di preghiera quindi i turisti sono stati invitati ad uscire (suppongo che la stessa cosa avvenga nelle altre moschee quindi occhio all’ora).

HAMMAM - Abbiamo così optato per andare in uno dei bagni turchi più famosi e vecchi di Istanbul: il Cemberlitas Hamami. Lo trovate sulla strada principale (Divan Yolu che poi diventa Yeniceriler C.)che collega la cisterna al gran bazar, più o meno a metà strada, in una viuzza.

L’ingresso costa 90 lire e comprende bagno turco e scrub (strofinano la pelle con un panno per togliere le impurità).

Funziona così: prima ci fanno accomodare in uno stanzino dove cambiarci. Ci spogliamo e ci avvolgiamo l’asciugamano intorno al petto. Ovviamente sotto siamo nudi.

Chiudiamo la porta dello stanzino (la chiave ce la portiamo con noi) e ci dirigiamo verso il bagno turco. Con noi portiamo anche un panno (che ci hanno dato all’ingresso) che servirà per lo scrub.

Nel bagno turco, ovviamente, fa un caldo improponibile. Per fortuna ci sono dei lavandini da cui esce acqua tiepida per rinfrescarci.

Stiamo lì a sudare per una ventina di minuti. Poi entrano due uomini che ci faranno lo scrub. Prima ci fanno un massaggio veloce con tanto di scrocchiamento di ossa varie (spiazzante ma non doloroso). Poi con un panno gonfio ci rovesciano addosso il sapone. Infine con il panno per lo scrub incominciano a strofinarci la pelle. Concluso il tutto, il massaggiatore ci lascia godere di nuovo la sauna turca.

Quando ormai siamo cotti a puntino, andiamo in una saletta più piccola e fresca dove prendiamo un asciugamano asciutto e torniamo in camera.

Che dire?

Un’esperienza da provare almeno una volta nella vita! Dopo una giornata a visitare monumenti una bella sauna ci vuole. Altamente consigliato!

Ah, per la cronaca: c’è una sauna per le donne e una per gli uomini. Non crediate di fare qualcosa in comune.

Venerdì 11/04/2014

Oggi partenza: da Istanbul a Pamukkale in aereo. Per la cronaca: il viaggio lo si può fare anche in pulman. Costa molto meno anche se, da quel che ho  letto, ci vogliono circa 9 ore per compierlo. Noi abbiamo preso l’aereo perché ce l’hanno regalato altrimenti, probabilmente, avremmo optato anche noi per l’autobus (cosa che abbiamo fatto per andare in Cappadocia… Poi vi racconto).

Comunque, da Istanbul prendiamo nuovamente il taxi che ci porta in aeroporto. Qui c’è un nuovo controllo ma per fortuna decisamente più veloce di quando siamo atterrati qualche giorno fa.

Occhio perché se vi doveste spostare in Turchia con i voli interni dovete cercare il ‘domestic terminal’ (se dovete tornare in Italia invece sarà l’international). Per raggiungere il domestic terminal, all’ingresso dell’aeroporto di Istanbul dovrete andare a destra e passare in un tunnel sopraelevato che collega le due zone dell’aeroporto.

Atterriamo così a Denizli un’ora dopo. L’aeroporto è piccolo quindi pochi controlli e poca gente. Usciti troviamo un autobus che porta fino a Pamukkale. Costa 10 lire. Passiamo la successiva ora tra vallate desertiche e tramonto ormai alle porte.

Pur avendoci detto (ben tre persone) che sarebbe stato un diretto fino a Pamukkale, ci fermiamo in un paese imprecisato dove un’altra navetta ci recupera e per altre 10 lire ci porta fino al nostro albergo.

Sabato 12/04/2014

COSA VEDERE A PAMUKKALE - In primis dobbiamo informarci per il pullman che da Pamukkale ci porterà a Goreme, in Cappadocia (la mia paura era di non trovare posti e dover rinviare la partenza di un giorno, o più).

Già dall’Italia avevo mandato una mail all’albergo di Pamukkale per capire se potevamo prenotare da loro, dato che dall’Italia non era possibile (pare ci sia un sito da cui si può farlo online ma è in turco quindi incomprensibile), e loro mi avevano detto che non c’erano problemi.

Infatti stamattina parliamo con il ragazzo della reception che c’indirizza verso un’agenzia turistica del paese (ce ne sono svariate ma dato che stiamo solo un giorno a Pamukkale e dobbiamo ottimizzare i tempi, preferiamo optare per questo piuttosto che non passare la mattinata a girare per il paese in cerca del viaggio più economico).

Ci facciamo accompagnare fino all’agenzia e compriamo il biglietto: 55 lire a persona.

Il tipo dell’agenzia cerca di appiopparci delle escursioni intorno a Goreme ma dato che non ci fidiamo preferiamo prenotare tutto arrivati a destinazione.

Prenotato e pagato, ci dedichiamo alla visita di ciò che di più bello c’è a Pamukkale: le famose vasche di calcare e il sito archeologico di Hierapolis.

Entrambe le attrazioni sono nello stesso luogo: dove finiscono le vasche inizia il sito. Per entrare nella struttura ci sono varie entrate: quella che dà verso il paese immette direttamente nelle vasche. Gli altri due ingressi sono a nord-est e nord-ovest e fanno entrare dal sito archeologico (quindi dalla cima della struttura).

Venendo dal paese, è più veloce e pratico (e spettacolare) entrare dalle vasche. In qualsiasi punto del paese siete, non potete sbagliare strada: essedo il paese in salita, basta che continuate a salire per arrivare alle vasche (e comunque in tanti punti potete vederle da lontano: è l’unica enorme macchia bianca che spicca sul paesaggio).

Arriviamo all’ingresso della struttura: con 20 lire si entra e il prezzo comprende vasche e sito archeologico.

All’ingresso si trovano anche dei sacchetti in cui mettere le scarpe dato che in tutta la parte delle vasche non si possono usare (appena giunti il cima c’è una spiazzo dove poterle indossare per visitare il sito).

Camminare tra le vasche e il calcare è indescrivibile.

Vi posso solo dire che chi fa un viaggio in Turchia deve almeno fare tappa qui. Tassativo!

Ci sono un sacco di vasche, sia qui che in giro per il sito archeologico. Ci si possono immergere i piedi (in alcuni punti è inevitabile per poter andare avanti) e fare il bagno (anche se c’è un vento fastidioso che fa passare la voglia.

Ci godiamo il panorama per un paio di ore, poi ci dedichiamo alla visita del sito archeologico. Raggiunta la cima delle vasche c’è un baretto e un negozio di souvenir. Da qui se si va a destra e a sinistra si visita il sito. Se invece si prosegue dritto c’è un museo (entrata 5 lire) e oltre l’antique pool, al cui interno c’è una piscina termale (per usufruirne bisogna pagare altre 30 lire) e alcuni ristoranti a prezzi sempre contenuti.

Mio consiglio: prima di visitare il sito andate all’antique pool: all’ingresso ci sono delle cartine gratuite che vi segnalano i vari monumenti del sito (anche se davanti ad ogni monumento c’è un cartello in inglese che ne racconta la storia).

Non solo, ma all’antique pool ci sono dei box safe in cui lasciare la propria roba (vestiti e altro) a 5 lire. Scelta azzeccata dato che diverrebbe improponibile fare il bagno nelle vasche portandosi appresso vestiti, zaini, scarpe, macchina fotografica, ecc ecc.

Visitiamo il sito. Molto grande e interessante: merita una visita. Anche perché, nella parte ovest del sito, ci si trovano anche dei bei paesaggi con tanto di vasche naturali a seguito.

Volendo, per il ritorno da questa zona del sito all’antique pool c’è una navetta che può portarti per 2 lire.

Per le foto, vi consiglio di andare alle vasche di mattina, quando ancora c’è pochissima gente, in quanto noi quando siamo tornati nel primo pomeriggio erano piene di gente e il panorama ne risentiva.

L’unica pecca è che per la giornata che era, al mattino l’acqua era fredda quindi non era fattibile fare un bagno mentre al pomeriggio si poteva ma circondati da bambini e adulti (in alcuni diari si consiglia di fare il bagno di mattina che l’acqua è calda, quindi mi sa che abbiamo beccato noi la giornata sfortunata).

Alle 17 è incominciato l’esodo per tornare nei propri alberghi, dato che incominciava a fare troppo freddo. Alle 20, dopo cena, si parte.

COSA VEDERE IN CAPPADOCIA - C’impieghiamo mezz’ora per arrivare alla stazione di Denizli e da qui alle 22.45 parte il pullman che ci condurrà fino in Cappadocia in 9 ore di viaggio (quindi arrivo per le 8 del mattino).

La stazione di Denizli è abbastanza grande e presenta tante compagnie che portano in Cappadocia. Quindi controllate sul biglietto qual è la vostra compagnia.

All’ora prestabilita si parte. Il viaggio dura appunto 9 ore con un paio di soste in autogrill di mezz’ora l’una. Guarda caso, ci avevano detto che era un diretto ma a mezz’ora da Goreme il pullman ci ha fatto scendere ad una stazione per prendere la coincidenza (già pronta a recuperarci).

Alle 8 arriviamo a Goreme (che è il punto nevralgico da cui si possono fare le escursioni più famose e belle in Cappadocia). Ci si para davanti un paesino piccolo, intimo, tranquillo, con valli sterminate tutt’intorno e delle mongolfiere ancora in volo. Come inizio promette bene.

Nella piazza degli autobus di Goreme c’è un infopoint. L’addetto ci propina una cartina di Goreme e dintorni a 10 lire. L’acquistiamo ma col senno di poi potevamo farne a meno dato che in albergo ne troviamo un’altra meno dettagliata ma comunque sufficiente per le nostre necessità.

Giunti in albergo c’informiamo subito sui tour.

Potremmo anche girare per il paese a sentire prezzi e modalità ma c’ispira il ragazzo della reception e, onestamente, non abbiamo voglia di sbatterci a girare.

Mi ero informato fin dall’Italia sui posti da visitare e qui ho avuto conferma che, gira e rigira, i tour sono sempre gli stessi.

Ci sono 4 tour da fare: i più famosi e gettonati (e dove si vedono più cose interessanti) sono il red (100 lire) e il green tour (90 lire). C’è anche l’orange e il blu tour ma tocca posti che a noi non interessano.

Poi ovviamente c’è il giro con la mongolfiera. I prezzi vanno dagli 80 euro ai 160. Il ragazzo della reception ci dice che la differenza di prezzo sta nell’altezza in cui ci porta la mongolfiera, la professionalità dei piloti e dal fatto che a prezzi alti la mongolfiera fa lo slalom tra le rocce e i canyon.

Scopriamo anche che in paese c’è un bagno turco: da 75 lire fino a 90 lire col massaggio. Dopo aver fatto un riposino causa viaggio in autobus devastante, facciamo un giro per il paese: ci sono due vie principali piene di negozi e ristoranti e tante viuzze che portano agli alberghi.

Domenica 13/04/2014

Alle 9.30 siamo puntuali per il green tour. La navetta ci passa a prendere e in mezz’ora si recuperano anche i clienti degli altri alberghi. Poi si parte.

In primis ci fermiamo a vedere il panorama di Goreme e valli annesse dall’alto: uno spettacolo. Poi ci spostiamo alla cattedrale di Semire: notevole, dato che è tutta scavata nella roccia.

Sempre in navetta, poco dopo siamo ad Ihlara Valley. È una lunga gola circondata dalle montagne. Passiamo due ore a camminare dentro questa insenatura.

Ci fermiamo giusto per pranzare in un ristorante (il pranzo è compreso nel prezzo, a meno che non si voglia un extra).

Poi arriviamo alla navetta che ci porta alla città sotterranea di Derinkuyu. Merita perché ci si sente dei provetti Indiana Jones ad attraversare i cunicoli bassi e le caverne seguendo un percorso che si snoda per molti metri di profondità.

Ci stiamo un paio di ore ma passano veramente in fretta dato la particolarità del luogo. Alle 17.30 abbiamo finito il tour. O meglio, lo pensavamo. Il realtà ci aspetta un’ora a visitare un negozio dove ci mostrano come si realizzano i vasi e poi un altro di dolci.

Lunedì 14/04/2014

Oggi Red tour. 9.30 partenza.  Prima destinazione: Uchisar Castle.

Ci restiamo solo 15 minuti; veramente poco per godersi il tutto. Ad avere più tempo sarebbe stato bello andare fino in cima.

Poi siamo andati al Open Goreme Museum. Apro una parentesi: questo si può raggiungere anche a piedi da Goreme. Ci vuole poco più di mezz’ora di camminata.

L’unico ingresso da pagare a parte (10 lire) è la chiesa Karanlik Kilise, ma solo perché all’interno ci sono i dipinti meglio conservati del museo (ma la chiesa è sempre un due piccole stanze scavate nella roccia quindi non aspettatevi chissà quale grandezza e magnificenza. La cosa curiosa è che è una chiesa cristiana: viene raffigurato Gesù ma con la barba lunga che finisce con due tipo treccine. Curioso).

In più, compreso nel biglietto, c’è la visita del Tokali Church (a pochi passi fuori dal museo, attraversando la strada), un’altra chiesa scavata nella roccia.

Restiamo nel museo un’ora; più che sufficiente per visitare tutto e bene.

Pranziamo a Goreme e poi è la volta di spostarci con la navetta a Cavusin. Da qui si domina la red e rose valley.

Ci spostiamo poi ad Avanos dove in un negozio assistiamo alla solita dimostrazione di come si lavora la terracotta.

Da qui ci spostiamo in navetta fino a Pasaclari, dove ci sono delle formazioni rocciose singolari: sono come dei coni sulla cui cima è stata appoggiata un’altra pietra in bilico. Veramente curiose anche perché sono formazioni naturali.

Proseguiamo poi in direzione Devrent Valley, detta anche Immagination Valley perché alcune rocce ricordano degli animali (cammello, lucertola, ecc).

Infine altra visita ad un negozio con degustazione di vino. Alle 16.30 l’escursione finisce.

Mercoledì 16/04/2014

4.30. La sveglia suona. Oggi mongolfiera.

Avevamo paura che, dato il tempo, sospendessero il tutto ma ci è stato detto che la pioggia non è un problema. L’unico motivo per cui annullerebbero il volo è per il forte vento. Ma per fortuna oggi non ce n’è (anche se, essendo mattina presto, c’è un gran freddo quindi copritevi bene perché, a meno che non vi mettano vicino al fuoco, avrete freddo).

Alle 5 ci viene a prelevare una navetta che fa il giro degli alberghi e ci porta fuori Goreme, dove ci sono già le mongolfiere pronte a partire. Nel cestone siamo in 24: stiamo un po’ stretti ma non così tanto da impedirci di fare foto e filmati.

Il viaggio dura un’ora e siamo circondati da un centinaio di mongolfiere. In effetti rispetto ad altre mongolfiere andiamo più in alto (arriveremo a 1000 metri d’altezza).

Alle 7.30 è tutto finito: ci danno l’attestato di volo, facciamo il brindisi con spumante e dolcetti e poi ci riportano in albergo.

Tirando le somme: scuramente la mongolfiera è da fare.

E’ uno spettacolo vedere l’alba, le valli e centinaia di mongolfiere a quell’altezza.

Di contro, ci avevano detto che con 130 euro avremmo fatto lo zig zag tra le gole o avremmo sorvolato a pochi metri Goreme ma così non è stato. Non so se sia stato un caso, un problema magari di troppo vento oppure un ‘raggiro’. Nel dubbio, accertatevi cosa vi mostrano perché se a 80 euro vi danno le stesse cose di quello di 130 euro tanto vale risparmiare i soldi.

Nel pomeriggio siamo andati nel punto panoramico di Goreme. Per trovarlo, basta che guardiate sopra di voi: l’unica collina che domina sulla città è il punto panoramico. Vedrete anche un ‘balcone’ di legno da cui potersi affacciare. Per raggiungere il punto dovete arrivare fino alla moschea che vedete sotto la collina.

Costeggiatela a destra e incominciate a salire. Cinque minuti e raggiungerete la cima dove troverete un bivio: alla sinistra c’è il balcone e alcune stradine che vi porteranno tra le rocce, alla destra si prosegue fino a giungere ad una chiesa. Se avete sete, al bivio trovate anche un piccolo baretto.

GUARDA ANCHE: TOUR IN CAPPADOCIA E TURCHIA SUD ORIENTALE

Tornati a Goreme ci informiamo sulle altre escursioni che, a detta di altri diari di viaggio, sono interessanti. Ve le riporto qui sotto:

Love valley
: valle con rocce particolari. Per raggiungerla bisogna prendere un bus che passa ogni ora da Goreme e che porta al paese di Topaz. Da qui inizia la valle, la quale, per percorrerla, richiede un paio di ore (sono circa 5 km). Per tornare a Goreme bisogna camminare sulla statale.

Zelve (col suo museo all’aperto): bus ogni ora da prendere a Goreme sulla Avanos Road.

Valle rossa e rosa: bisogna arrivare fino al museo all’aperto di Goreme (a piedi ci vuole una ventina di minuti).

Da lì si prosegue dritto fino a che c’è un’indicazione che indica il sentiero per immergersi nelle valli.

Dall’ingresso a percorrere tutte le valli ci vogliono 3 o 4 ore di cammino. Attraversando la valle si arriva a Cavusin e da qui si può tornare indietro o col bus o camminando sulla statale.

Kaymakli e la sua città sotterranea
: ogni mezz’ora passa un bus ma bisogna prendere la coincidenza in un paesino.

Giovedì 17/04/2014

Vada per la valle rossa e rosa. Per fortuna il ragazzo della reception ci porta fino all’ingresso della valle (quindi ci risparmiamo la camminata fino al museo all’aperto di Goreme e oltre; secondo noi a piedi ci avremmo messo almeno 40/50 minuti).

L’ingresso alla valle è poco segnato: sul muretto di un’abitazione c’è la scritta red/rose scritta con la bomboletta per i graffiti e un piccolo cartello in legno.

Il primo tratto di strada è in mezzo alle rocce, quindi andateci almeno con le scarpe da tennis altrimenti rischiate di scivolare e farvi male (senza contare che costeggerete, e attraverserete, un piccolo ruscello quindi fango a go go). Poi tenete sempre la valle alla vostra destra.

Su alcune rocce è comunque indicata la direzione (a volte le indicazioni sono cancellate, illeggibili o contradditorie ma non vi preoccupate: ricordatevi sempre di tenere le valli alla vostra destra). E comunque il sentiero è ben chiaro; non potete perdervi.

Dopo un’oretta di camminata arriverete ad un bivio dove troverete un bar con spremuta di melograno o pompelmo a 5 lire. Al bivio, se andate dritto la strada si aprirà (può passarvi tranquillamente un’automobile). Voi dovete andare a destra (praticamente costeggerete il baretto), verso le formazioni rocciose rosa/rosse.

Questo perché la strada dritta vi farà fare il giro veloce ma vedrete le valli da lontano (quindi non ha senso percorrerla). Quella a destra invece vi catapulterà all’interno delle valli.

Dieci minuti a piedi e vi trovate nella red valley. Da lì seguite il sentiero. Troverete comunque delle indicazioni in legno. Se non le trovate o se arrivate ad un bivio, ricordatevi che state girando intorno alla valle in senso orario, quindi la valle dovete tenerla sempre alla vostra destra. Arriverete ad una chiesa scavata nella roccia con tanto di bar annesso. Proseguite fino a che, dopo un’altra oretta di camminata, non vi troverete a valle, su una strada ampia. Da lì, una decina di minuti e arriverete a Cavusin, un paese pieno di negozi, qualche baretto e una chiesa in cima ad una roccia da cui si ha una bella vista panoramica dalla valle.

Noi abbiamo percorso tutto il sentiero fino a Cavusin in 3 ore, sostando ogni tanto per fare le foto di rito. Da Cavusin, se volete tornare a Goreme a piedi ci vorrà un’altra mezz’oretta abbondante camminando sulla statale (non è pericolosa come strada ma alla fine il panorama è quel che è). Altrimenti potete prendere il bus (la cui fermata non è nel centro di Cavusin ma sulla strada statale fuori dal paese, in corrispondenza di un bar). Il bus passa ogni ora.

Venerdì 18/04/2014

Abbiamo deciso infine di passare l’ultimo giorno in pieno relax, spostandoci da Goreme al punto panoramico e viceversa.

Degno di nota è la vista panoramica al tramonto; bello l’effetto delle valli che si ‘oscurano’ e il paese che si illumina di luci artificiali. Ci ritroviamo circondati di altre decine di persone che come noi vogliono assistere allo spettacolo.

Facciamo anche un po’ di shopping in paese.

Difficile riuscire a farci fare uno sconto ma qualche buon affare l’abbiamo fatto comunque.

Sabato 19/04/2014

Fine vacanza. Il nostro albergo (come d’altro canto tutti gli altri) fornisce una navetta che in un’oretta porta da Goreme all’aeroporto di Kayseri (tra l’altro, non esiste il diretto per l’Italia; si fa scalo ad Istanbul).

Considerate che ad esempio la nostra navetta ci ha messo un’ora e un quarto, quindi valutate bene i tempi per non rischiare di perdere l’aereo.

Per fortuna, all’aeroporto di Kayseri c’è poca gente, quindi i controlli avvengono velocemente. Giunti ad Istanbul, inaspettatamente ci tocca fare la stessa fila kilometrica di controlli che abbiamo trovato all’arrivo. Mezz’ora in fila per poter andare al nostro gate.

I poliziotti vi chiederanno anche il ‘visto’ che vi avevano dato all’andata, quindi preparatelo insieme a carta d’identità e foglio d’imbarco.

Per fortuna, anche se c’è la fila riusciamo a prendere il volo di ritorno: direzione Italia.

Sigh.

ALCUNE INFORMAZIONI GENERALI

Condizioni metereologiche: ho monitorato per un mese le temperature di Milano, Istanbul e Pamukkale.

Quelle di Milano e Istanbul erano molto simili mentre Pamukkale in media era un 5-10 gradi in più rispetto a Milano. Andando in giro a Milano in maglietta o con la felpa leggera ho dato per scontato che avrei indossato gli stessi abiti anche in Turchia. Grave errore! Per quasi tutta la vacanza sono andato in giro con una (o due) felpa e il giubbotto. Perché, pur essendoci il sole, tante volte c’era un vento freddo che rovinava il tutto. In più il tempo cambiava repentinamente da un momento all’altro; passava dal sole alla pioggia per poi ancora al sole.

Forse è normale ad aprile. Ma nel dubbio, portatevi dietro qualcosa di pesante. E un ombrello. Non si sa mai.

Pullman: non fidatevi quando vi dicono che è un diretto. Tre volte che abbiamo preso il bus a detta degli addetti diretto e tre volte che, puntualmente, abbiamo dovuto prendere la coincidenza (una volta, per Pamukkale, pagando altre 10 lire). Nulla di male, intendiamoci, perché comunque non è che ci hanno lasciato in mezzo alla strada ad aspettare la coincidenza; abbiamo trovato il bus ad attendervi. Però se ce l’avessero detto prima almeno non saremmo rimasti ogni volta perplessi.

Pianificare il giro
: Istanbul è la classica metropoli piena di gente e caos. Pamukkale e la Cappadocia sono posti da totale relax in posti isolati e tranquilli. Quindi, a voi la scelta: ho vi sparate prima il caos e poi dedicate gli altri giorni al relax oppure fate il contrario. Noi abbiamo fatto la prima opzione e ci siamo trovati benone.

Contrattare i prezzi: è vero ciò che dicono. Quando volete comprare qualcosa, contrattate. Da quel che ho visto io, è più facile farlo con quelli di strada che non nei negozi (questi ultimi sono molto più reticenti, soprattutto ad Istanbul). Ciò non toglie che, ad esempio, a Cavusin sono partito da una maglietta a 20 lire a 3 magliette a 30 lire… in più, troverete ad Istanbul dei venditori di strada che vi proporranno profumi di marche famose taroccate. Non comprateli subito, tergiversate: abbasseranno il prezzo di brutto!

Cambio
: occhio al cambio lira/euro. Ora come ora 1 euro corrisponde a circa 2.77 lire. A seconda di dove andrete, alcuni vi faranno il cambio 1euro=3 lire. Altri, invece, 1euro=2 lire!!!! Personalmente consiglierei di prelevare direttamente al bancomat la cifra in lire così non correte rischi.

Pagare in euro significa che a volte potreste essere ‘fregati’. Senza contare poi che alcuni luoghi (pochi comunque) accettano solo le lire.

E a volte i negozi non accettano neppure il bancomat (o vi fanno pagare la commissione del 3% o più).

Spostamenti
: potete spostarvi sia in autobus che in aereo nelle lunghe distanze. Considerate che con il bus pagherete 15/20 euro ma farete minimo 9 ore di viaggio, di notte. In aereo c’impiegate 1 o 2 ore ma ovviamente pagherete di più il biglietto. In più, occhio ai giorni, perché in aereo da Pamukkale in Cappadocia se lo si prende in settimana costa sui 50 euro mentre nel fine settimana 400 euro!!!

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